Il Service Learning in una prospettiva internazionale – le esperienze del Progetto BEA e della ricerca INTEREURISLAND

Una giornata molto intensa con gli studenti del primo anno delle Facoltà di Scienze della Formazione delle Università Cattoliche di Brescia (ore 11.30) e di Milano (ore15.30).

Due seminari didattici attraverso i quali abbiamo potuto riflettere sulle prospettive internazionali della proposta pedagogica del Service Learning attraverso le esperienze del Progetto BEA e della ricerca INTEREURISLAND. L’interesse da parte di diversi studenti ci ha portati a pensare a future collaborazioni proprio in merito ad esperienze di tirocinio formativo all’estero.

Un grazie per l’invito e per l’accoglienza al Prof. Domenico Simeone e alla prof.ssa Monica Amadini.

Nicola Andrian

Don Milani, la sfida approda a Padova

Si scrive scuola, ma si legge sfida. Ed è spesso la parola sfida a contraddistinguere il processo educativo della scuola italiana, minata spesso da insidiosi ostacoli nel percorso intricato della formazione.

A tal proposito approda a Padova, in collaborazione con Enars la scuola Don Milani 2.

Da più parti si levano parole di denuncia nei confronti dei limiti di una scuola italiana che troppo spesso, affetta da una ormai cronica mancanza di fondi e risorse, dimentica i suoi alunni più deboli. 

Negli ultimi cinque anni sono più che raddoppiati gli alunni ripetenti nella scuola secondaria di primo grado. La percentuale dei ripetenti tra i non italiani è particolarmente elevata: nelle scuole primarie e secondarie oltre un alunno straniero su tre (37%) è iscritto ad una classe non corrispondente alla sua età anagrafica.

Quello della terza media rimane uno scoglio arduo, in particolare per quei tanti ragazzi che, emarginati, si ritrovano soli e sfiduciati di fronte alla sfida del successo scolastico.

É a questi ragazzi che la Fondazione Exodus nel 2010 ha rivolto l’ attenzione, promuovendo il progetto Don Milani 2, di cui oggi Enars porta a Padova l’esperienza.

I protagonisti del progetto sono ragazzi e ragazze tra i 14 e i 17 anni, molti dei quali vivono in situazioni di grave disagio sociale, in quartieri dove mancano punti di riferimento e modelli positivi, in cui è fin troppo facile scegliere la strada della criminalità.

Ogni mattina, per quattro o cinque ore, i ragazzi saggiano la possibilità di imparare la scienza, la matematica, la storia, le lingue straniere – le materie che hanno dovuto “subire” più o meno passivamente per anni – vivendo e manipolando la conoscenza attraverso l’esperienza.

La novità li affascina e presto scoprono un approccio nuovo: ecco che per suonare la batteria si devono conoscere le frazioni e per cucinare un dolce servono le proporzioni! Allo stesso modo entrano a far parte del curriculum scolastico anche materie inusuali come equitazione, vela, pugilato, teatro e danza. Ogni esperienza è un tassello per la costruzione di una visione più attiva e positiva della vita e del futuro. 

Il futuro si può cambiare. Partendo dai ragazzi, dalla loro vita e dalla loro passione.