In ‘cammino’, assieme a Scienza Servizievole e Paulo Freire – ultimo momento formativo pre-partenza equipe 2022

“Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi.” (Italo Calvino)

Molti “esperti del mestiere”, riconoscono che una formazione vera e significativa è quella che permette di ‘uscire’ dalla propria Zona di Confort, di perdere l’equilibrio per trovarne uno nuovo, proprio come quanto cammini, quando ad ogni passo perdi e ritrovi un equilibrio, in costante movimento. Un cammino come quello lungo la Via Francigena, però, ti chiede di andare ben oltre il perdere e ritrovare l’equilibrio dinamico dei passi … è un viaggio che, prima di tutto, ti permette di entrare dentro di te, sentendo nella tua pelle, nei tuoi muscoli, nel tuo respiro e nei tuoi pensieri l’esperienza profonda che stai vivendo. E poi … c’è il gruppo, parola Chiave di questa full immersione di 3 giorni.

Il ponte di Monster, momento formativo sul dialogo interculturale – Rocca San Gimignano

L’ultimo weekend formativo (residenziale) per l’esperienza di mobilità in Brasile con il programma di ricerca e scambi Intereurisland e il Progetto BEA, si è sviluppato da venerdì 15 a lunedì 18 luglio 2022, con un programma intenso e ricco fra Padova e la Toscana.

Il venerdì 15, a Padova, ci ha visti impegnati in un incontro di condivisione e approfondimento, che abbiamo chiamato Nucleo Tematico, sul Sertão brasiliano, la regione semi-desertica nel Nordest brasiliano. Un incontro che si è tenuto con la partecipazione di studentesse del Mestrado (Master) in Educazione, Cultura e Territori Semiaridi PPGESA, del Dipartimento di Scienze Umane DCH III, dell’Università dello Stato della Bahia, UNEB, che ci hanno condotto in un breve ma profondo viaggio nella cultura di questa regione, presentandoci l’educazione contestualizzata dal loro specifico punto di vista.

In serata ci siamo ‘immersi’ nel folklore del Sertão con i ritmi e le melodie del ballo popolare del Forró.

 

Sabato 16, da Padova ci siamo spostati verso la Toscana per incontrare il gruppo di Scienza Servizievole in Cammino, lungo la Via Francigena, per trascorrere assieme due giorni meravigliosi di camminata, incontro, dialogo, condivisione, formazione e festa.

Questa ‘marcia’ nasce e si ispira all’idea di Scienza Servizievole della professoressa Daniela Lucangeli (UNIPD): una Scienza vissuta, condivisa, messa al servizio delle comunità. Una scienza che esce nelle strade e mette i suoi strumenti al servizio di educatori, insegnanti, operatori sociali, ricercatori e clinici ma anche delle famiglie e di tutti coloro che mostrano interesse verso il tema dell’educazione.

Il gruppo in partenza da Gambassi, con Destino ‘San Gimignano’

Da San Minato a Gambassi e da Gambassi alla meravigliosa San Gimignano. Un grazie di Cuore all’assessore alla Cultura di San Gimignano, Carolina Taddei, che ci ha accolti nella meravigliosa cornice della Rocca. Un contesto veramente speciale dove, nel tardo pomeriggio di domenica 17, abbiamo realizzato un incontro/seminario di condivisione dal titolo  “Esperienze di Service-Learning internazionale e interregionale, quando la Scienza a Servizio della Comunità per-passa confini e frontiere” (in collaborazione con Scienza Servizievole in Camino e il Comune di San Gimignano).

Preparandoci per il seminario – Rocca San Gimignano

 

Momento di condivisione e riflessione – Rocca San Gimignano

Una caratteristica che contraddistingue ogni momento che viviamo com programma Intereurisland e Progetto BEA è la ‘presenza’ della Musica. Non potevamo certo non viverla anche in questo contesto e un grazie di Cuore va a Caterina Scarpelli, che, oltre alla condivisione dell’esperienza in Brasile lo scorso anno, ci ha fatto ‘volare’ con le note del suo violino.

Al link un momento strumentale: https://fb.watch/enKuFHN_mJ/

 

L’assessore Carolina T., Chiara C., Alberto F., Nicola A. e Caterina S.

Lunedì 18 ci ha visti impegnati, sempre nel contesto della Rocca, in un momento formativo sul dialogo interculturale, con il gioco di rolo ‘Il ponte di Monstar’ e grazie ad uno spunto formativo di Paulo Freire, in merito al grande valore di ‘alfabetizzarci’ con l’alfabeto di chi incontriamo e ci accoglie in terra straniera.

La 3 giorni formativa, in cammino, si è conclusa con un pranzo condiviso e con il cerchio finale di valutazione. Un grazie di Cuore in particolare a Beppi, Chiara Curiale e Alberto Frizzerin, di Scienza Servizievole in Cammino, all’assessore Carolina Taddei e a quante(i) hanno permesso che si realizzazze in questo modo questo momento così importante.

E adesso … il cammino continua … con ‘Destino’ (destinazione in portoghese), le città di Juazeiro-BA e Petrolina-PE, nel nordest del Brasile.

Buon viaggio a tutte(i) noi …

Nicola Andrian, Coordinatore programma di ricerca e scambi Intereurisland 

Info Scienza Servizievole in Cammino: https://www.mind4children.com/marcia2022/

 

In ‘cammino’, assieme a Scienza Servizievole e Paulo Freire – ultimo momento formativo pre-partenza equipe 2022.

“Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi.” (Italo Calvino)

Molti “esperti del mestiere”, riconoscono che una formazione vera e significativa è quella che permette di ‘uscire’ dalla propria Zona di Confort, di perdere l’equilibrio per trovarne uno nuovo, proprio come quanto cammini, quando ad ogni passo perdi e ritrovi un equilibrio, in costante movimento.

Il ponte di Monster, momento formativo sul dialogo interculturale – Rocca San Gimignano

L’ultimo momento formativo per l’esperienza di mobilità in Brasile com il programma di ricerca e scambi Intereurisland e il Progetto BEA, si è sviluppato da venerdì 15 a lunedì 18 luglio 2022, con un programma intenso e ricco.

Il venerdì 15, a Padova, ci ha visti impegnati in un incontro di condivisione e approfondimento, che abbiamo chiamato Nucleo Tematico, sul Sertão brasiliano, la regione semi-desertica nel Nordest brasiliano. Un incontro che si è tenuto con la partecipazione di studentesse del Mestrado (Master) in Educazione, Cultura e Territori Semiaridi PPGESA, del Dipartimento di Scienze Umane DCH III, dell’Università dello Stato della Bahia, UNEB, che ci hanno condotto in un breve ma profondo viaggio nella cultura di questa regione, presentandoci l’educazione contestualizzata dal loro specifico punto di vista.

In serata ci siamo ‘immersi’ nel folklore del Sertão con i ritmi e le melodie del ballo popolare del Forró.

 

Sabato 16, ci siamo spostati verso la Toscana per incontrare il gruppo di Scienza Servizievole in Cammino, lungo la Via Francigena, per trascorrere assieme due giorni meravigliosi di camminata, incontro, dialogo, condivisione, formazione e festa.

Questa ‘marcia’ nasce e si ispira all’idea di Scienza Servizievole della professoressa Daniela Lucangeli (UNIPD): una Scienza vissuta, condivisa, messa al servizio delle comunità. Una scienza che esce nelle strade e mette i suoi strumenti al servizio di educatori, insegnanti, operatori sociali, ricercatori e clinici ma anche delle famiglie e di tutti coloro che mostrano interesse verso il tema dell’educazione.

Il gruppo in partenza da Gambassi, con Destino ‘San Gimignano’

Da San Minato a Gambassi e da Gambassi alla meravigliosa San Gimignano. Un grazie di Cuore all’assessore alla Cultura, Carolina Taddei che ci ha accolti nella meravigliosa cornice della Rocca, dove, nel tardo pomeriggio di domenica 17, abbiamo realizzato un Seminario di codnivisione al titolo  “Esperienze di Service-Learning internazionale e interregionale, quando la Scienza a Servizio della Comunità per-passa confini e frontiere”.

Preparandoci per il seminario – Rocca San Gimignano

 

Momento di condivisione e riflessione – Rocca San Gimignano

Lunedì 18 ci ha visti impegnati, sempre nel contesto della Rocca, in un momento formativo sul dialogo interculturale, con il gioco di rolo ‘Il ponte di Monstar’ e grazie ad uno spunto formativo di Paulo Freire, in merito al grande valore di ‘alfabetizzarci’ con l’alfabeto di chi incontriamo e ci accoglie in terra straniera.

La 3 giorni formativa, in cammino, si è conclusa con un pranzo condiviso e con il cerchio finale di valutazione. Un grazie di Cuore in particolare a Beppi, Chiara Curiale e Alberto Frizzerin, di Scienza Servizievole in Cammino, all’assessore Carolina Taddei e a quante(i) hanno permesso che si realizzazze in questo modo questo momento così importante.

E adesso … il cammino continua … con ‘Destino’ (destinazione in portoghese), le città di Juazeiro-BA e Petrolina-PE, nel nordest del Brasile.

Buon viaggio a tutte(i) noi …

Nicola Andrian, Coordinatore programma di ricerca e scambi Intereurisland 

Info Scienza Servizievole in Cammino: https://www.mind4children.com/marcia2022/ 

Immergendoci nella cultura e nel folklore della regione nord-est del Brasile

Sei mai stato nella regione nord-est del Brasile, magari facendoti accarezzare il viso e il corpo dal vento caldo e secco del Sertão?

Conosci la Festa di São João e il Forró, il ballo tipico della regione nord – est del Brasile?

Se ti interessa approfondire alcune tematiche specifiche della cultura e delle tradizioni di questa regione brasiliana, il coodinamento del programma di ricerca e scambi Intereurisland e del Progetto BEA ti invita a 3 appuntamenti per immergerti in questa terra e nelle sue tradizioni.

Appuntamenti che fanno parte del percorso formativo pre-partenza per le esperienze di scambio di quest’anno, ma che sono aperti a chiunque sia interessata(o) alla lingua portoghese e alla cultura brasiliana.

  • 23.06: FESTA JUNINA (di San Giovanni) e il ballo del Forró
  • 29.06: Cineforum, con il film: CENTRAL DO BRASIL
  • 15.07: Il SERTÃO brasiliano e la seconda parte dello stage di FORRÓ

I tre appuntamenti si svilupperanno con il seguente programma:

16.16: Ritrovo nella Casetta nel bosco: sede dell’Associazione Marcellino Vais che ringraziamo per l’ospitalità con tutto il Cuore.

16.32: Approfondimento della lingua portoghese, assieme a studentesse(i) del Mestado PPGESA e del gruppo di ricerca EDUCERE, del Dipartimento di Scienze Umane DCH III, dell’Università dello Stato della Bahia, UNEB, Brasile.

17.33: Pausa caffè, succo e altro

17.47: Nucleo tematico: in accordo con il momento specifico

19.19: Cena condivisa, per la quale ognuna(o) porta con se qualcosa da condividere con il gruppo. La sede che ci ospita ha una cucina per qualsiasi necessità.

20.52: Serata tematica con balli o film.

Per partecipare a una o più delle giornate vi chiediamo di compilare il format on-line e vi informiamo che sarà necessario farsi la tessera EnARS (anche in loco all’arrivo) e sostenere le spese con un contributo/donazione consigliato di Euro 5,00.

Link iscrizione:

Info: E-mail: intereurisland@enars.it – Cell / Whatsapp: 335 417377

Come raggiungere la sede:

Sede Associazione Marcellino Vais, ingresso da Via Cave n.293, Padova, seguendo il percorso indicato nella cartina di seguito e le indicazioni ‘Associazione Marcellino Vais’.

Se sei in macchina, moto/scooter o bicicletta puoi parcheggiare di fronte alla sede, entrando da via Cave e seguendo il percorso segnalato in giallo (riferimenti: cavalcavia dell’aeroporto a fine di Via Sorio uscendo dalla città oppure uscita n.5 di Corso Australia – Tangenziale).

Se sei a piedi puoi arrivare con gli autobus urbani n.06 e n.12 ed entrare da via Cave.

 

Immergendoci nella cultura e nel folklore della regione nord-est del Brasile

Conosci la Festa di São João e il Forró, il ballo tipico della regione nord – est del Brasile?

Ti interessa approfondire alcune tematiche specifiche della cultura brasiliana?

Il coodinamento del programma di ricerca e scambi Intereurisland e del Progetto BEA ti invitano a 3 appuntamenti del percorso formativo pre-partenza diq uest’anno, aperte a chiunque sia interessata(o) allla lingua portoghese e alla cultura brasiliana.

  • 23.06: FESTA JUNINA (di San Giovanni) e il ballo del Forró
  • 29.06: Cineforum, con il film: CENTRAL DO BRASIL
  • 15.07: Il SERTÃO brasiliano e la seconda parte dello stage di FORRÓ

I tre appuntamenti si svilupperanno con il seguente programma:

16.16: Ritrovo nella Casetta nel bosco: sede dell’Associazione Marcellino Vais che ringraziamo per l’ospitalità con tutto il Cuore.

16.32: Approfondimento della lingua portoghese, assieme a studentesse(i) del Mestado PPGESA e del gruppo di ricerca EDUCERE, del Dipartimento di Scienze Umane DCH III, dell’Università dello Stato della Bahia, UNEB, Brasile.

17.33: Pausa caffè, succo e altro

17.47: Nucleo tematico: in accordo con il momento specifico

19.19: Cena condivisa, per la quale ognuna(o) porta con se qualcosa da condividere con il gruppo. La sede che ci ospita ha una cucina per qualsiasi necessità.

20.52: Serata tematica con balli o film.

Per partecipare a una o più delle giornate vi chiediamo di compilare il format on-line e vi informiamo che sarà necessario farsi la tessera EnARS con il valore di € 5.00.

Come raggiungere la sede:

 

Esperienze di mobilità e GloCal Service-Learning in Brasile per studio e tirocinio formativo, Equipe 2022

Equipe Bea&Intereurisland 2022 …

 

Laboratorio di Pizza, FUNASE Casem, semilibertà, Petrolina-PE

Aperte le iscrizioni per esperienze di mobilità e progetti di GloCal Service-Learning in Brasile con il Progetto BEA, nelle Città di Petrolina, Stato del Pernambuco e Juazeiro, Stato della Bahia, nel periodo da Agosto a Novembre del 2022 (n.02 posti vacanti). La realizzazione dell’esperienza dipenderà dalle indicazioni dei Governi italiano e brasiliano (in merito alla possibilità di spostamenti/viaggi internazionali), dell’Università di Padova (in merito alle attività di tirocini all’estero – uffici Career Service e Relazioni Internazionali per la mobilità studentesca UNIPD OUT) e degli enti partner locali.

Questo tipo di esperienza prevede una mobilità con un sistema misto di studio e tirocinio formativo, attraverso la proposta pedagogica del Service Learning Internazionale, ed è rivolta, preferenzialmente, a studenti universitari delle aree di Scienze dell’Educazione / Pedagogia, Sociologia, Psicologia Sociale e/o di Comunità, Diritti Umani e Cooperazione allo Sviluppo. Al rientro dalla mobilità, in accordo con le disposizioni delle rispettive univeristà di origine, verranno riconosciuti i credifi formativi per tirocinio e crediti liberi per le attività di studio.

La proposta è aperta anche a volontari/e senza limiti di età. L’equipe BEA affiancherà l’equipe Intereurisland, composta dalle quattro studentesse UNIPD che hanno vinto la borsa di studio attraverso il bando ULISSE 2022 – UNIPD.

Per conoscere meglio di cosa si tratta, ti invitiamo a dare un’occhiata al progetto qui nel sito e nel blog: http://progettobea.blogspot.com/

Se sei interessata/o inviaci, entro e non oltre lunedì 04 aprile 2022 (compreso), un tuo Cv e una lettera motivazionale, agli indirizzi:info@enars.it e progettobea@enars.it

Ci incontreremo per conoscerci di persona, martedì 05 aprile in videoconferenza, a partire dalle 15.15 (ora italiana) e siamo a tua disposizione sin d’ora per qualsiasi informazione ulteriore.

Equipe EnARS – Bea&Intereurisland

Sabedorias Indígenas na Fogueira Digital – Inizia ‘attorno al fuoco’ la formazione pre – partenza dell’equipe 2022 … buon cammino

 Inizia attorno ad un fuoco ‘digitale’ il percorso formativo dell’equipe Bea&Intereurisland 2022.

 

Domani, mercoledì 9 marzo, il gruppo di studentesse(i) UNIPD che hanno scelto di vivere un’esperienza di mobilità internazionale e GloCal Service-Learning con il programma Intereurisland, incontrerà Nenety Kariri-Xocó, Ayra Ymboré e altre persone di alcune popolazioni indigene dello Stato della Bahia, della regione nord-est del Brasile in un Fogueira Digital.

Un primo passo di alfabetizzazione con la cultura locale, come ci spinge a fare il nostro caro Paulo Freire.

Una Fogueira Digital è una nuova proposta metodologico – pedagogica che la Ong THYDÊWÁ ha creato e sperimentato in questo periodo di pandemia, in particolare per poter creare dei momenti di incontro e scambio e di conoscenza di Sabedorias Indígenas (sapienze indigene).

Come coordinamento Bea&Intereurisland abbiamo accolto sin dal 2020 la meravigliosa opprtunità di poter partecipare e, così, crescere nell’incontro, nel dialogo e nello scambio reciproco.

Un augurio di Cuore all’equipe 2022 che inizia il percorso formativo in questo modo. Che il Fuoco che ci raduna possa scaldare i nostri Cuori e le nostre Anime e farci gustare profondamente il Senso dell’incontro e della conoscenza.

O que é uma Fogueira Digital?

“Occhi Grandi” – Report finale esperienza di GloCal Service Learning di Lucrezia Calafini, studentessa magistrale di psicologia – UNIPD

Petrolina e la Ilha do Fogo al tramonto: Juazeiro


Ora parliamo di un viaggio, iniziato ben prima di salire sull’aereo e che, sono certa, non terminerà col rientro a casa.

Locandina seminario formativo
Primo anno di magistrale presso l’università di Padova: città nuova, università diversa. Lezione di “Mentoring” online con la partecipazione di un esterno, Nicola Andrian; fu così che conobbi il programma di ricerca e scambi Intereurisland e il Bando ULISSE, opportunità offerta dall’università di Padova per trascorrere un periodo della formazione all’estero. Nicola, coordinatore del programma, ci presentò la possibilità di esperienze di mobilità verso il Brasile, grazie all’accordo firmato fra l’UNIPD e l’Università dello Stato della Bahia, UNEB, nella regione nord-est.

La prospettiva di poter svolgere il tirocinio pre-laurea in Brasile mi sembrava un sogno. Fu esattamente in questo giorno che iniziò il mio viaggio; la mia meta era diventata arrivare a poter vivere questa esperienza oltre oceano. Passo a passo, giorno dopo giorno l’obiettivo diventava sempre più tangibile: le lezioni di portoghese, la domanda per il bando, gli incontri di formazione (online) con gli altri partecipanti. La concretezza di questo viaggio era però costantemente smorzata dalla pandemia in corso; il covid ha aggiunto un tocco di incertezza durante tutto il periodo pre-partenza. Comprare i biglietti per i voli, preparare le valigie, restare al passo con la burocrazia, tutto veniva percepito con più distacco. L’inizio non è stato semplice, dedicarsi completamente a tutte queste attività senza avere la certezza di poter davvero raggiungere il Brasile a causa dei continui cambiamenti dettati da questi anni di instabilità non è stato così immediato. Ma fu così che, con non poca sorpresa, il giorno 17 settembre mi sono imbarcata nel viaggio che mi avrebbe fatta arrivare a Petrolina, nello Stato del Pernambuco, il 18 settembre verso mezzo giorno.

Da qui inizia il viaggio con la sua cruda realtà, il confronto con una cultura differente, ora sono davvero lontano da casa, ho oltrepassato l’oceano mettendo in pausa quella che per 25 anni è stata la mia quotidianità e che, per almeno tre mesi, resterà là ad aspettare il mio rientro.

Formazione pre-partenza in Bivacco
Chiariamoci, il pre-partenza con tutte le attività e gli incontri inizia a darti un’idea di come sarà questa esperienza, ma quando l’aereo atterra in quel piccolo aeroporto di Petrolina, lì, in quel momento si ha l’inizio concreto del viaggio. Nelle attività formative previste pre-partenza ho avuto la possibilità di conoscere coloro che sono diventat* mi* compagn* di avventura. Tre studentesse e uno studente che, ancora, non avevo alba di come avrebbero reso indimenticabile questa esperienza.

Ora resta solo da capire come condensare questi mesi in queste poche righe, come tramutare le emozioni, le sensazioni, gli odori in parole affinché tu, lettore/rice, possa percepire e condividere, almeno in parte, i sapori e la vita che hanno arricchito questo viaggio. Prometto che farò il possibile affiche tu possa sperimentare un poco di Brasile, del Brasile che ho vissuto.

Il primo periodo e in un certo senso anche l’ultimo sono stati i più difficili. Come dice quel detto italiano: “Quando vieni al sud piangi due volte: quando arrivi e quando te ne vai”, ecco, direi che aiuta a dare una cornice all’esperienza.

Come dicevo, già dal ridotto aeroporto di Petrolina si inizia a percepire distintamente come ci si trovi in un luogo che non trasmette familiarità, ma l’eccitazione iniziale rende il tutto confuso, caotico, così finisci per non prestare troppa attenzione al turbinio di emozioni che ti tempesta dentro. Nicola ci sta aspettando in aeroporto, dopo i primi saluti ci dirigiamo a quella che sarebbe diventata la nostra dimora per i tre mesi che avremmo passato qui, una casa di studenti provenienti da varie zone del Brasile.

Morro de Pai Inácio – Gita fuori porta

Un luogo perfetto per avvolgersi in questa cultura, poter vivere con de* ragazz* brasilian* della nostra età è stata davvero un’opportunità immensa.

Abbiamo avuto la possibilità di migliorare la nostra conoscenza linguistica, imparato a cucinare piatti tipici e tutte le volte che incontravamo una difficoltà o un dubbio culturale avevamo a chi chiedere a disposizione. Già dai primi giorni abbiamo iniziato ad accrescere la nostra rete sociale, certo, il nostro essere stranier* attivava la curiosità degli abitanti di due città piccole poco abituate ad essere mete turistiche e questo, forse, ci ha reso più semplice intrecciare relazioni. Fatto sta che ci siamo trovati ad organizzare il tempo tra lo studio, il tirocinio e una colorata vita sociale.

Il tirocinio è cominciato con un tour dei vari enti locali, partner del programma, tra i quali avremmo dovuto scegliere quale ci avrebbe ospitato per questa esperienza formativa.

Visita alla SEDES, Juazeiro
Questo periodo mi ha dato la possibilità di apprendere molte informazioni che definirei più “burocratiche” tra cui come venga gestito il tema della salute mentale o le carceri minorili qui in Brasile; e questioni più “umane” potendo ascoltare i racconti di chi questi luoghi li vive sia per lavorare che per usufruire dei servizi o per necessità. Questo ha dato le basi per creare una maggiore confidenza con questo mondo che, almeno all’inizio, pareva così lontano da casa. I confronti, i racconti, le spiegazioni, il poter immergersi e toccare con mano differenti sfaccettature di umanità ci ha aiutato a iniziare a costruire il nostro spazio anche qui nelle città di Petrolina e Juazeiro.

Quando l’euforia iniziale ha iniziato a scemare, la cruda realtà ha preso il sopravvento, portandosi dietro una serie di dubbi e paure non espresse, le diversità si fanno più marcate e ci si chiede se si è all’altezza, se saremo “abbastanza”, se forse questo, tutto questo, non è semplicemente troppo. Ma, senza rendersene davvero conto, ci si abitua, ci si adatta. Nel primo periodo quasi tutta l’attenzione si dedica al prendere le misure, al comprendere, al bilanciare e senza percepirlo si inizia a costruire una quotidianità e a fissarsi degli obiettivi concreti. E si finisce per prendere il ritmo e ad accostumarsi a questa nuova realtà.

Così tra le attività teoriche con il programma di Mestrado PPGESA della UNEB (realizzate on-line), il tirocinio negli enti della comunità, gli eventi culturali, il teatro, le chiacchiere, la musica e i bar si entra in contatto con un ventaglio ben variegato di persone che con le loro storie ti rendono sempre più parte di questo mondo.

Riunione (Focus group) equipe Bea&Intereurisland 2021
Come è prevedibile, anche dopo aver trovato il proprio spazio, i momenti di difficoltà e insicurezza si sono ripresentati, ma nessuno di noi è mai stato da solo ad affrontarli; un grazie va a* mi* compagn* di viaggio, dell’equipe Bea&Intereurisland 2021, che si sono sempre resi disponibili per supportare, discutere, affrontare le paure degli altri. Nessuno è mai stato lasciato soccombere ai propri dubbi, ma anzi, ogni volta i momenti ‘no’ si sono trasformati in occasioni per crescere assieme.
Ma passiamo a parlare della mia esperienza di stage. Ho svolto le mie 400 ore di rito in 3 enti differenti:

Pastoral da Mulher. Ente che lavora con donne in condizione di prostituzione nella città di Juazeiro.

Casa di accoglienza per minori – SEDES, Juazeiro. Ente che si occupa di minori vittime di violenza e abusi allontanati dalle proprie famiglie, della Segreteria di Sviluppo Sociale, Donne e Diversità del Comune di Juazeiro.

CAPS Infanto-Juvenil. Centro di Attenzione Psico-Sociale, Infanzia e gioventù: In questo ente ho seguito un gruppo di incontro di adolescenti che si teneva il venerdì pomeriggio.

Come stavo dicendo nell’ultimo ente seguivo una unica attività il resto del tempo disponibile veniva spartito tra gli altri due.

La Pastoral da Mulher è un ente che si occupa di aiutare donne in condizione di prostituzione, offrendo loro diversi servizi fra i quali: la possibilità di consultare un medico in sede, diversi corsi formativi, sessioni di terapie olistiche, consulto psicologico e tutto il supporto che l’equipe della Pastoral, tutta al femminile, possa offrire.

Momento di presentazione della Pastoral da Mulher all’equipe

 

Già prima di partire ero interessata a svolgere il mio tirocinio presso questa istituzione, ma la prima volta che sono entrata, durante il giro degli enti, la sensazione che fosse il posto dove volessi fermarmi si è fatta più intensa. Grazie a loro ho potuto seguire alcune delle attività che il centro propone, conversare con le donne che passavano durante le giornate di accoglienza e accompagnare l’equipe nell’ “abordagem” di strada, ovvero andare ad incontrare le donne nei luoghi di lavoro, conoscendole o re-incontrandole, presentando il centro, dando informazioni riguardo alle attività e alle possibilità che avrebbero potuto incontrare in questo luogo e distribuendo info e profilattici. Assieme ad una delle altre studentesse italiane abbiamo creato e condotto alcune attività per concludere un ciclo di incontri a cui un gruppo di donne aveva preso parte, al Centro di Terapie Naturali Gianni Bande – CETGIB, nel quartiere João Paulo II, di Juazeiro.

Attività condotta al CETGIB

Incontro al CETGIB

Sicuramente ho vissuto esperienze dure: ho assistito a donne parlare della morte di persone care con una naturalezza a cui non sono abituata e dopo il primo approccio in strada (abordagem) a cui ho preso parte sono tornata a casa con un vortice di emozioni che, se non avessi avuto il supporto de* altr*, avrei dovuto affrontare da sola senza saper come.

In Italia non ho mai avuto molte occasioni di interagire col mondo della prostituzione e aver potuto scoprire un po’ di più anche su questa parte di mondo mi ha dato l’opportunità di estendere un po’ di più la mia consapevolezza sulle forme che la realtà può assumere.

La prima volta che, ancora come equipe, ci siamo presentati alla Casa di accoglienza della SEDES, dovevano esserci una quindicina di minori presenti e un’equipe allegra e colorata. Io ero già propensa a svolgere le mie ore presso la sopracitata Pastoral, mi ero anche ripromessa di evitare di lavorare ancora con i minori e di sfruttare questa esperienza per sperimentare contesti diversi.

Bambine(i) alla Casa di accoglienza SEDES
Ma sono bastate poche ore in quella casa per farmi accendere il desiderio di poter svolgere parte delle mie ore anche lì, e così è stato. Quando il mio tirocinio in questo luogo è diventato effettivo, il numero dei minori si era ridotto a 10. In quei mesi ho imparato con loro i giochi che si fanno qui, le “brincaderas” tipiche e sono stati curiosi di apprendere qualcuna di quelle italiane, abbiamo fatto i compiti assieme, disegnato, chiacchierato, giocato a domino, un giorno mi hanno persino tinto i capelli (ovviamente il colore è andato via lavandoli).
“Facciamo la pizza”, alla Casa di accoglienza
Ho trascorso con loro momenti di festa nel periodo di Natale e nel giorno della festa dei bambini, ero con loro anche quando qualcuno scappava o aveva una crisi. Ho anche avuto la possibilità di tenere alcune attività che comprendessero lo yoga e alcune tecniche di rilassamento nel tentativo di portare un’alternativa a cui fare ricorso in momenti di stress o di difficoltà.

Quando ho cominciato il mio stage, tra i bambini accolti erano presenti anche due ‘bebè’ di pochi mesi e nel finire del mio stage ho sostenuto uno di loro aiutandolo a compiere i suoi primi tentativi di camminata eretta. Gli ultimi giorni sono stati intrisi di forti emozioni; lasciarli non è stato esente da dolore (come d’altronde non lo sarà lasciare questo paese).

L’ultimo ente in cui ho svolto alcune ore del mio tirocinio è il CAPS, nello specifico quello che si occupa di minori. Per alcuni mesi ho affiancato la psicologa negli incontri di gruppo per adolescenti; questa esperienza mi ha arricchita davvero molto sia dal punto di vista professionale, sia da quello umano. È stato meraviglioso assistere come incontro dopo incontro venissi sempre più accettata dagli adolescenti che ne prendevano parte.

Callithrix in Maragogi
Avendo una cadenza di un incontro a settimana questi momenti hanno scandito il mio progredire all’interno di questo paese: con la lingua, all’inizio avevo grosse difficoltà che via via hanno iniziato a rimpicciolirsi permettendomi uno spettro più ampio di comprensione e partecipazione; del contesto di vita in cui mi trovavo; come comunicare in modo più efficace e il significato mutevole di alcune parole. Inoltre, era la prima volta che potevo accedere ad un approccio psicologico in un lavoro del genere. Apprendere alcune nozioni, farsi un’idea di come un gruppo può essere condotto, partecipare alle attività e poter osservare il ruolo moderatore e facilitatore della psicologa è stata un’opportunità immensa.

Se vogliamo dare, anche, una sbirciata agli obbiettivi che mi ero data pre-partenza per fare una sorta di check-list otterremo questo:

Vivere il contesto di un’università straniera (nello specifico, il Dipartimento di Scienze Umane, Campus III dell’Università dello Stato di Bahia – UNEB, in Brasile): Questo non è stato possibile dal punto di vista fisico perché, in relazione alla condizione del covid, le lezioni e gli incontri si sono tenuti solo on-line.

Imparare a lavorare seguendo la proposta pedagogica del service learning. Questa esperienza mi ha sicuramente aiutato ad avere un’idea, ma per poter dire di aver imparato ancora mi serve praticare.

Sviluppare attività con minori in condizioni svantaggiate. Questo è stato realizzato pienamente.

Approfondire e applicare le conoscenze acquisite durante i corsi di Ateneo. Anche questo obiettivo lo riterrei raggiunto, chiaramente non mi riferisco a tutto quello che ho imparato in università, ma qualcosa di concreto è stato fatto.

Padroneggiare le capacità di ascolto attivo. E anche qui, padroneggiare è esagerato, ma ho decisamente avuto il tempo e le occasioni per praticarlo.

Il mio viaggio qui in Brasile è stato un po’ travagliato, il primo tempo è stato difficile, la prima settimana la peggiore, ma poi, giorno dopo giorno, conversazione dopo conversazione, esperienza dopo esperienza qualcosa si è sciolto, lentamente, ciò che prima mi sembrava una limitazione insormontabile ora non pesa più. All’inizio avevo addirittura delle difficoltà a distinguere i negozi dalle abitazioni private (a mia difesa il fatto che a volte questi sono degli ibridi derivanti da una particolare mistura dei due), ma adesso, adesso ti assicuro che quando mi guardo in giro, quando esco, quando parlo con le persone, tutto mi sembra così naturale, come se nella mia vita fosse sempre stato tutto così. Seppur continui a percepire la diversità, questa è divenuta una nuova familiarità.

Laboratorio per costruire un Berimbau
Questo viaggio è stata un’esperienza incredibile, ho avuto paura di questa terra che in pochi mesi mi ha fatto innamorare a tal punto di portarmi a decidere di prolungare la mia permanenza di un mese e mezzo, anche se, in realtà, ora che sto scrivendo questo testo (più di due mesi dopo la mia prima data di rientro) mi trovo ancora qui, poiché non sono riuscita a partire quando avrei dovuto, ma sai una cosa? (Dopo i primi due giorni di disperazione) sono felice di aver avuto la possibilità di restare ancora un po’.

Qui ho potuto mettere in discussione me stessa, le mie convinzioni, imparare ad avere più coscienza di me e, come speravo, la possibilità di avere gli occhi più grandi, di poter guardare le cose sotto punti di vista sempre nuovi, sempre diversi, poter mettere in discussione le mie idee e le mie credenze, poterle rivalutare con un bagaglio vitale e culturale più ampio.

Ti assicuro che un po’ non vedo l’ora di tornare a casa, di premere start su quella vita rimasta in pausa, accogliere quello che è stato il mio tutto per molti anni e vedere come sarà cambiato, pur restando immutato, ai miei occhi; come apparirò io agli occhi dei miei cari e come apparirò ai miei, ma allo stesso tempo sento il mio cuore sciogliersi se penso che questa smetterà di essere la mia quotidianità.

Salvador

  

Per i pronostici del mio futuro posso solo sperare che la mia vita e quella di questa terra e delle persone con cui l’ho attraversata si ricongiungano altre volte, e a questo desiderio aggiungo la speranza che, per questi ultimi giorni, i miei occhi possano essere abbastanza grandi da accogliere tutta la magnifica bellezza che questo viaggio mi ha donato.

Lucrezia Calafini

Corso di Laurea Magistrale in ‘Psicologia di comunità, della promozione del benessere e del cambiamento sociale’, Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione – DPSS, Università di Padova – UNIPD, Italia

Esperienza di mobilità realizzata con borsa del Bando ULISSE – UNIPD, grazie all’accordo bilaterale (MoU) firmato da UNIPD e UNEB.

Pés no chão – Report finale esperienza di mobilità internazionale di Valentina Gigliello – Scienze psicologiche dello sviluppo, della personalità e delle relazioni interpersonali, Università di Padova

Tramonto sul Fiume São Francisco, fra le città di Petrolina e Juazeiro
Sono entrata in contatto con il Progetto BEA ormai tre anni fa, assistendo all’intervento di Nicola Andrian, il coordinatore, durante una lezione di pedagogia generale, al mio primo anno di corso all’Università di Padova. Già dalla presentazione dell’esperienza ne ero rimasta estremamente affascinata, soprattutto dall’idea (mai sentita prima) di applicare all’interno del percorso universitario il Service-Learning. L’innovazione della proposta sta nel non concepire più il servizio solidario e l’apprendimento come due attività separate, bensì come un unico percorso educativo coerente, partendo dal presupposto che la conoscenza non sia solo un contenuto da trasmettere in forma passiva, come dice chiaramente il pedagogista e filosofo brasiliano Paulo Freire, bensì da sperimentare in prima persona. Lo sviluppo di una cittadinanza attiva e pro-sociale è uno degli obiettivi fondamentali del Service-Learning, che chiede agli studenti coinvolti di mettere alla prova, in contesti reali fuori dalle aule, le conoscenze teoriche, abilità e competenze previste dal loro curriculum accademico, collaborando con il territorio stesso tramite le interazioni con gli attori in esso coinvolti. Nella logica di collaborazione in rete tra università e territorio, l’apprendimento accademico non è semplicemente a vantaggio del singolo studente, ma si fa risorsa per la comunità ed è, al tempo stesso, ulteriormente potenziato proprio dal contatto con la comunità.

Applicando il Service-Learning (S.L.) attraverso un approccio GloCale, prerogativa del Progetto BEA in stretta collaborazione con il programma di ricerca e pratiche Intereurisland, si propone una visione che comprenda simultaneamente tanto la dimensione globale, quanto quella locale. Ciò implica il pensare al contesto territoriale, in quanto caratterizzato da determinate peculiarità e necessità specifiche, mantenendo relazioni con l’internazionale. Creare una rete che tenga conto delle singole realtà, senza isolarle né integrarle in un processo di globalizzazione, bensì esprimerle e valorizzarle in un dialogo comune.

La proposta del S.L. prevede un’alternanza continua tra la teorica e la pratica e tra l’università e la comunità. Nello specifico di questo progetto, la parte teorica si sviluppa con l’approfondimento (già proiettato nell’ottica di un’applicazione pratica) di concetti quali la comunicazione assertiva, comunicazione non violenta e relazione educativa e di aiuto attraverso il corso di estensione (Extensão in brasilaino): “Relazioni interpersonali e dinamiche di gruppo”, del Dipartimento di Scienze Umane DCH, Campus III, della città di Juazeiro-BA, dell’Università dello Stato della Bahia (UNEB). La parte pratica, di servizio solidale, invece, si sviluppa attraverso un tirocinio formativo in uno degli enti della rete di collaborazioni che sia il BEA che Intereurisland hanno nel contesto locale delle città di Juazeiro-BA e Petrolina-PE (che fisicamente costituiscono per diversi aspetti un unico agglomerato urbano, separate solo dal Fiume San Francisco).

Una tappa importante dell’esperienza di mobilità vissuta, che rafforza l’acquisizione di conoscenze e competenze anche in merito al dialogo interculturale, è la fase iniziale di immersione nel contesto locale e di contatto e scoperta di diverse realtà che operano nell’ambito del disagio e della vulnerabilità sociale, dei diritti umani e della cittadinanza attiva.

Tale processo di immersione è iniziato già in Italia, attraverso la formazione pre-partenza che ho condiviso con quattro studentesse(i), sempre dell’UNIPD, in partenza con il programma Intereurisland.

Formazione pre-partenza. L’equipe 2021 con la Porf.ssa Barbara Cabral, RMSM – UNIVASF

In questa fase, immaginando la realtà brasiliana ancora lontanissima all’epoca, ognuno di noi del gruppo si era fatto un’idea dell’ente in cui avrebbe avuto interesse a svolgere il tirocinio. Per me la scelta era ricaduta sul FUNASE-CENIP, la Casa di reclusione di prima accoglienza nella città di Petrolina, della Fondazione socio-educativa per adolescenti in conflitto con la legge.

Qui gli adolescenti devono scontare un periodo massimo di 45 giorni, in attesa della sentenza definitiva del giudice. Le possibilità consistono poi, dipendendo dal processo, o con la scarcerazione o con il passaggio alla struttura di detenzione vera e propria (il FUNASE-CASE).

Considerando tale scelta, gli obiettivi formativi che mi ero preposta, e che facevano parte del progetto di tirocinio formativo presentato alla UNIPD, erano:

  • Osservare l’ambiente carcerario minorile – sia per quanto riguarda i detenuti, sia per l’organizzazione della struttura (es. personale, fondi)
  • Capire come cambia il concetto di educazione e relazione in base alla cultura
  • Scoprire come cambia il concetto di devianza in base alla cultura
  • Osservare e prendere parte alla quotidianità dell’ente accogliente
  • Osservare ed apprendere a gestire le problematiche che ci possono essere al momento dell’arresto (quali senso di colpa, rabbia, astinenza in caso di dipendenza da sostanze)
  • Apprendere l’insieme di metodologie utili per la valutazione dell’ambiente carcerario
  • Valutare la possibilità di opzioni alternative al sistema penitenziario come risposta a reati commessi da minori
  • Entrare in un clima di condivisione di esperienze e contatto con l’Altro
  • Saper lavorare in equipe
  • Saper gestire situazioni stressanti
  • Implementare i concetti teorici approfonditi durante il percorso accademico all’Università di Padova

Una volta arrivati in Brasile però, a causa della situazione d’emergenza data dalla pandemia, gli enti non sono stati da subito in grado di accogliere tirocinanti. Come equipe Bea&Intereurisland 2021, si è comunque realizzato il giro di visite ad ogni ente della rete – sia carceraria che dei CAPS (Centri Attenzione Psicosociale).

Equipe in visita al FUNASE Cenip, Petrolina-PE

Iniziando a scoprire le dinamiche della realtà dei CAPS, è emerso un forte legame e interesse degli operatori nei confronti dell’orientamento basagliano nella questione psichiatrica: qui, infatti, si cerca di assistere la persona a livello multisistemico, con differenti figure professionali e dando importanza alla persona nella sua complessità e non solamente nella limitante (secondo la prospettiva antimanicomiale) visione sano/malato. Nello specifico, dal 1988 in Brasile esiste il Sistema Único de Saúde (SUS), pubblico e aperto a tutti. Inoltre, a seguito della Riforma Psichiatrica e del movimento di Lotta Antimanicomiale – fortemente ispirati dalla psichiatria italiana a stampo basagliano – nasce la Rede de Atenção Psicossocial (RAPS), responsabile del sostegno a persone che manifestano sofferenza psichica e/o disturbi psichiatrici e di abuso di sostanze. La rete è composta da molteplici servizi, tra cui i Centri di Attenzione Psicosociale (CAPS), l’assistenza sanitaria di base, le unità di emergenza ed urgenza, i servizi di residenza terapeutica e manicomi. I CAPS si propongono come alternative sostitutive agli ospedali psichiatrici, in quanto servizi presenti nel territorio, a porte aperte e che operano in équipe multiprofessionali con una logica interdisciplinare. Essi sono divisi in: CAPSi Infanto-juvenil, dedicato al sostegno a minori; CAPS II, che accoglie adulti con disturbi psichiatrici gravi e persistenti; CAPS AD (Alcol e Droga), specializzato nell’area dell’uso abusivo di alcol e droghe. C’è poi un’ulteriore differenziazione (che determina gli incentivi governativi) in base al numero di abitanti del distretto in cui il CAPS opera.

Estremamente affascinata da una possibile esperienza nel CAPS AD III di Petrolina, ho optato alla fine per svolgere il tirocinio formativo sia all’interno del CENIP, che del CAPS.

Le due sono risultate essere per me opportunità di apprendimento molto diverse, seppur complementari. All’interno della FUNASE, infatti, ero di accompagnamento alla psicologa, avendo così l’occasione di approfondire tale ruolo specifico. Nel CAPS al contrario seguivo ogni figura professionale dell’equipe (assistente sociale, psichiatra, psicologa, coordinatore, infermiera, OSS, farmacista e riduttore di danno), approfondendo così il funzionamento del servizio a 360 gradi.

Già da qui si può capire che l’adattamento è stato una delle capacità e sfide che mi sono state richieste: non lasciarsi scoraggiare dal mutamento di una situazione, bensì trovare il modo di trarne punti di forza. Così, dall’idea di focalizzare la mia attenzione sugli adolescenti, mi sono trovata a svolgere la gran parte del mio tirocinio all’interno del CAPS. Fin da subito mi ha colpita la percezione che avevo di quanto i professionisti che vi lavoravano fossero frustrati, sensazione che man mano si rendeva sempre più pervasiva e ingombrante. Sentimento che, a livello personale, provavo pure io nella quotidianità del lavoro stesso.

Attività laboratoriale al CAPS AD di Petrolina-PE

La scelta dell’argomento di tesi è ricaduta, allora, sul cercare di riflettere su quanto fosse reale tale percezione, partendo dai resoconti dell’equipe stessa. Come strumento di ricerca mi sono avvalsa dell’intervista dialogica: uno strumento qualitativo di raccolta dati per ricerche in ambito sociologico. Si tratta di un’interazione nella quale l’intervistatore si pone in condizione di ascolto, lasciando lo spazio di protagonista esclusivamente all’intervistata(o) che a quel punto diventa narr-attore ossia soggetto più che oggetto di ‘stato’. L’intento primario è quello di raccogliere rappresentazioni di esperienze e di relazioni, arrivando così a scoprire come le opinioni e le informazioni riferite ai valori, norme, condizioni, episodi agiscono concretamente nella vita dei soggetti e prendono forma nelle loro azioni. A tal fine si tratta di uno strumento estremamente flessibile, che si adatta alla situazione contestuale dell’intervista e al racconto dell’intervistato stesso. Nel caso specifico di questa esperienza, questo strumento è stato utilizzato nella prospettiva di ascoltare la rappresentazione del contesto in cui la realtà del CAPS prende vita.

Discutendo la Tesi di Laurea dal Brasile
Facendo le interviste mi sono trovata ad essere bombardata di informazioni, di storie, emozioni. Per molti sentivo che ci fosse la necessità di avere uno spazio in cui sfogarsi e, soprattutto, di persone disposte ad ascoltare ciò che di solito viene ignorato: il benessere inteso come psicofisico e sociale. In un Paese in cui ancora esistono i manicomi, il non riconoscimento dell’importanza della salute psichica sembra essere una costante.

Mi trovo quindi ad immergermi nella scoperta del SUS e, con sorpresa, a rendermi conto di non sapere praticamente nulla riguardo a come funzioni la salute pubblica in Italia, tantomeno quella mentale. Sento di nuovo una passione per la psicologia, più che altro la voglia di capire ed approfondire i concetti stessi di benessere, comunità, territorio. Scopro anche di avere un approccio alla psicologia che non vuole essere chiuso dentro ad uno studio terapeutico, snaturato rispetto all’ambiente quotidiano della persona; il prendersi cura è fuori, nelle strade, nelle case, nelle relazioni e non solamente all’interno del servizio

Ciononostante, mentre nel primo periodo pensavo, una volta tornata a casa, di cercare subito un modo per continuare un percorso specializzante qui, credo di aver bisogno di riflettere ed elaborare quello che è successo in questi cinque mesi.

Mesi che sembrano volati, quasi mai esistiti, come la sensazione di realtà di un sogno che svanisce man mano che ci si sveglia. Sento che qualcosa però è cambiato, un’energia in qualche modo diversa che si sta facendo arrogantemente strada anche nella normalità italiana (che ormai non esiste più nella stessa forma in cui esisteva prima). Ciò lo collego molto alla Bahia come terra che ho all’inizio osservato curiosa e che ho iniziato a vivere poi, facendomi travolgere dalla sua storia, cultura e contraddizione. Posso affermare che, oltre ad aver appreso molto dal tirocinio formativo dal punto di vista professionale, la mia crescita durante questo periodo è stata soprattutto personale (o per lo meno tale aspetto, a mio parere, risulta essere il più rilevante). Si trasformano così l’esperienza sul campo e lo studio teorico in competenza. Se dovessi immaginare il mio percorso qui, sicuramente non sarebbe una linea retta, bensì un continuo generarsi di nuove emozioni e vissuti. Tutto partito da una lezione a Padova, a cui sinceramente ho deciso all’ultimo di partecipare.

In tale processo di cambiamento il gruppo è stato per me fondamentale. Siamo di fatto partiti in cinque studentesse(i) UNIPD per questa avventura, costituendo assieme al coordinatore l’equipe Bea&Intereurisland 2021, ognuno con la propria personalità e modi di osservare e riflettere sul mondo totalmente diversi e, molte volte, in opposizione. Ammetto non essere stato facile inizialmente: cinque estranei trovatisi di punto in bianco a dover condividere una casa, un progetto di tirocinio e una nuova vita in un luogo totalmente estraneo. Ricordo un articolo che abbiamo scritto assieme per il WECSAB (X workshop nazionale e internazionale di educazione contestualizzata per la convivenza con il semiarido) che io ho personalmente vissuto come mentalmente sfiancante; lì, a mio parere, è stato l’emblema di fatto di quanto fosse difficile trovare un modo per sintonizzare le varie idee e stili (in questo caso di scrittura), valorizzando senza cadere nella trappola omologante e al tempo stesso non rinunciando ad una coerenza generale.

Focus Group di valutazione e pianificazione – equipe 2021
E’ Difficile spiegare il livello quasi di simbiosi che abbiamo raggiunto – sia per quanto riguarda il tempo passato assieme, sia per l’intensità dei vissuti reciproci a cui siamo stati partecipi. La routine, nel momento in cui abbiamo iniziato percorsi più autonomi, stava nell’andare a tirocinio o fare qualsiasi altra attività e, tornati a casa, ritrovarci e parlarne. Penso di non aver mai raccontato a nessuno la mia quotidianità nei più minimi dettagli come ad Alessio, Caterina, Lucrezia ed Arianna in quei tre mesi. Pur non avendo potere sulla scelta dei miei compagni, essi da sconosciuti si sono trasformati in colleghi, “terapeuti” ed infine amici. Ora rientrata in Italia mi manca profondamente la sensazione di essere capita totalmente quando racconto di ciò che ho (e abbiamo) vissuto, senza dover necessariamente provare a spiegare un contesto che per essere inteso va sperimentato.

Molte delle mie considerazioni probabilmente non sarebbero mai state possibili senza loro e, per questo e molto altro, li ringrazio.

Torno a casa più consapevole di quanto sia importante saper improvvisare (non inteso però come mancanza di giudizio), di quanto sia bello concedersi il lusso di ascoltarsi e orientare le proprie scelte anche in base alla propria percezione in quel momento, a non avere piani rigidi e immutabili a cui ci si deve necessariamente adattare. Ciò unito però alla fermezza con cui si può prendere una decisione. Mi torna alla mente una frase che un mio amico mi diceva spesso, quando mi vedeva in dubbio sul da farsi: “Piedi per terra Valentina (Pé no Chão). Vuoi una cosa? Va e falla. Mettiti in gioco”. Da qui, ad una maggiore libertà, svincolata da schemi preimpostati e talvolta forzati, emerge anche la presa di coscienza della propria responsabilità personale rispetto alle possibilità che capitano e che si possono costruire autonomamente se ancora non presenti (certo non generalizzando ad ogni situazione e contesto).

Presupponendo ciò, sento di aver appena aperto una porta su un percorso che voglio percorrere e che passa attraverso la Bahia. Affermo quindi che tornerò in questa terra magica, misteriosa e affascinante, che ora amo.

Valentina Gigliello

Laurea Triennale in Scienze psicologiche dello sviluppo, della personalità e delle relazioni interpersonali, Università di Padova.